Pertosse non trattata: tragica morte a soli 12 anni

La pertosse che ha causato la morte di  Andrea, giovane promessa del calcio di soli 12 anni, avvenuta lo scorso febbraio, ha lasciato la comunità di Chivasso e l’intero mondo sportivo in lutto. Secondo la consulenza tecnica, la causa dell’insufficienza respiratoria fatale di Andrea sarebbe stata appunto una pertosse. Questa malattia ha portato al ricovero e successivamente alla morte del giovane, dopo essere stato dimesso tre volte in 48 ore dal pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso.

Pertosse e infezioni non trattate

Andrea Vincenzi, un talento calcistico del Gassino-San Raffaele, nonostante fosse vaccinato, ha contratto il batterio della pertosse.

La malattia ha causato una grave infezione ai polmoni, inizialmente diagnosticata come polmonite a causa della tosse “abbaiante” che presentava. Purtroppo, la diagnosi corretta è arrivata troppo tardi, portando a un fatale versamento pleurico che ha causato l’insufficienza respiratoria.

La procura di Ivrea ha chiesto di condurre una consulenza tecnica per chiarire le cause della morte.

I tecnici, nella loro relazione, hanno suggerito la necessità di un’ulteriore perizia pediatrica per valutare l’adeguatezza delle cure ricevute all’ospedale di Chivasso.

Attualmente, il fascicolo dell’indagine è ancora a carico di ignoti, ma le indagini proseguono per determinare eventuali responsabilità riguardo la tragica morte di un bambino così piccolo e generalmente in salute.

L’autopsia: pertosse non trattata

L’autopsia ha confermato la presenza di un forte versamento pleurico in un polmone, che ha generato l’insufficienza respiratoria risultata fatale per il piccolo Andrea.

La situazione è precipitata dopo le ripetute dimissioni dall’ospedale di Chivasso, portando a una tragica fine per il giovane calciatore. Questo caso mette in evidenza i rischi legati alla negligenza medica risultata in questo caso nella tragica morte di un bambino.

La richiesta di giustizia dei genitori

I genitori di Andrea, distrutti dal dolore, hanno deciso di affidarsi a un legale per ottenere giustizia e chiarire le circostanze che hanno portato alla morte del loro figlio. Da mesi chiedono che venga fatta piena luce su quanto accaduto, nella speranza che simili tragedie possano essere evitate in futuro.

La loro battaglia è diventata simbolo della necessità di migliorare il sistema sanitario per prevenire la morte di un bambino o di chiunque altro possa malauguratamente trovarsi in situazioni analoghe.

La morte di un bambino come doloroso promemoria

La tragica vicenda che ha visto la morte di un bambino di soli 12 anni è un triste promemoria dell’importanza di una diagnosi tempestiva e accurata e della necessità di un’adeguata gestione delle emergenze mediche.

Questa storia deve servire come monito per il miglioramento delle pratiche mediche e permettere, a questo punto, alla giustizia di fare il suo dovere.

Noi del Gruppo Sanititan siamo in grado di affrontare le controversie più difficili, sia contro medici che contro ospedali e in caso di risultato negativo, tutti i rischi sono a carico del nostro gruppo e alla vittima o alla sua famiglia non verrà richiesto alcun anticipo di denaro per valutazioni specialistiche e ci teniamo a sottolineare l’importanza di rivolgersi sempre a professionisti qualificati per ottenere un risarcimento danni a causa di errore medico.